Chiesa MADONNA DEGLI ANGELI di Tocco da Casauria in provincia di Pescara

la Chiesa in una foto del 2018 – foto di Franco Marulli

La Chiesa di Madonna degli Angeli si trova ubicata nel centro geografico dell’area Casauriense e precisamente nel Comune di Tocco da Casauria in provincia di Pescara lungo la strada Provinciale Piano d’Orta – Madonna degli Angeli, nei pressi del bivio di innesto della stessa alla Strada Nazionale Tiburtina Valeria.

il cerchio GIALLO = la posizione della Chiesa di Madonna degli Angeli

Dalle ricerche storiche svolte dall’Archeoclub “Vado del Ceraso” e dallo storico Pennese prof. Candido Greco, sulle Pergamene del Codice Lateranense e sugli Annali storici Pennesi, si può con certezza definire, che in prossimità della Chiesetta rurale di Tocco da Casauria, detta Madonna degli Angeli, ubicata sull’antico sito romano di Interpromio, e posta a pochi passi dal Tratturo Centurelle – Montesecco, che attraversa tutta la collina di Colle Morto in territorio di Bolognano, fu martirizzato (decapitato e buttato nel fiume) San Comizio sull’antico Ponte in pietra e furono in seguito sepolti dopo di Lui i corpi di San Donato, San Massimo, San Venanzio e San Luciano dopo il loro martirio. Per cui possiamo dedurre e/o ipotizzare che il luogo dove sorge l’attuale chiesa di Madonna degli Angeli, anticamente era un luogo di culto di San Comizio!!! Abbiamo detto anche che la Chiesa è sorta sull’antico sito romano di Interpromio

Nella “TABULA PEUTINGERIANA” considerata la più antica mappa stradale della storia, dell’antico impero romano, conservata nella Biblioteca Nazionale di Vienna, copia medievale del XII° secolo di un originale andato perduto, fatto risalire al III°/IV° d.C. troviamo indicata la Nostra INTERPROMIO

Particolare del Segmento VI in cui appare Interpromium posto tra Corfinio e Tea (Teate – oggi Chieti)

UBICAZIONE DELL’ANTICO SITO DI INTERPROMIO – google maps

nella piana sono stati ritrovati: ruderi di edifici di culto, magazzini, muraglie e pavimenti di abitazioni, iscrizioni su pietre, colonne, vasellame, anfore, fibbie, idoli in bronzo, statue di pietra, tombe, monete, resti di strada romana etc.

la base o cordolo del muro che delimita la strada che costeggia la Chiesa di Madonna degli Angeli è realizzato con il tipico impasto di cemento romano il “calcis-structio” foto F.Marulli

La contrada ove è ubicata la Chiesa abbiamo detto che oggi è  detta Madonna degli Angeli, ma secondo fonti antiche e testimonianze tramandate oralmente, essa era individuata come  “Le Prata”. Questa importante notizia la possiamo ricavare  nel libro “Edizione critica a cura di Alessandro Pratesi e Paolo Cherubini del Liber Instrumentorum seu Chronicon Monasterii Casauriensis seù Chronicon Casauriense” diviso in quattro Volumi, dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo- Fonti per la storia dell’Italia medievale – edito nell’anno 2017 .

a PAGINA 510 – PRIMO VOLUME – indice toponomastico –  leggiamo Prata: omissis …. Oggi la terra in cui si accampò l’esercito (di Re Ruggero II – A. 1129 circa) nella pianura sotto Tocco da Casauria prende il nome di “le Prata” dall’accampamento reale che aveva il nome “pratum regale” e il ponte vicino all’abbazia prese il nome di ponte regale ; nel secolo XV questo stesso ponte era detto semplicemente  “lo ponte de Sancto Climento” : Fonti aragonesi, VII, p.115. – Cfr.: Giammarco, Dizionario abruzzese e molisano, VI. Toponomastica abruzzese e molisana, p.317 .

Nello stesso Volume a PAGINA 541 , nell’Indice toponomastico – leggiamo San Comizio Registrum Petri Diaconi : omissis…nell’anno  943 e 968 fu oggetto di permuta e vendita sotto l’Abate Alegerno; “Comitius iuxta rivum Arulum, in Piscaria de Insula” dipendenza di San Liberatore ubicata vicino al torrente Arolle, in Piscaria, de Insula (San Comizio viene ubicato presso il Fiume Arollo nell’Isola della Pescara) proprio la nostra zona.

Nel Cronichon Casauriense, col.793 , inoltre leggiamo: “il pratum regale ubi pons fuit constructus qui pons regalis dicitur”

Ma dove si trovava il Ponte del martirio di san Comizio?

Madonna degli Angeli abbiamo detto che si trova ubicata presso l’antico tratturo Centurelle-Montesecco. Ora il detto Tratturo attraversa la collina denominata Colle Morto in tenimento del Comune di Bolognano per poi attraversare prima il torrente Arollo e successivamente il Fiume Pescara nei pressi dell’attuale Abbazia di san Clemente

mappa del Tratturo nel comune di Bolognano – elaborazione Franco Marulli

Nell’ARCHIVIO di Stato di Chieti si trova una interessante mappa del Tratturo “Centurelle-Montesecco” datata 20 ottobre 1834

da questo stralcio di mappa, si evince chiaramente che il percorso del tratturo proveniente dal territorio di Bolognano, incontrava ed  attraversava prima il Torrente Arollo, su cui la mappa non disegna alcun ponte,significando che lo stesso poteva essere attraversato a guado. Una volta attraversato l’Arollo, il Tratturo incontrava il Fiume Pescara ed il Ponte di Pietra su cui si passava per andare sulla sponda di Castiglione a Casauria. Ed è proprio questo il Ponte su cui si ipotizza sia avvenuto il martirio di San Comizio

Ingrandimento della porzione di mappa del 1834 dove è ben evidenziato, disegnato e visibile il “PONTE DIRUTO”. E’ questo il ponte su cui fu martirizzato san Comizio?

E’ questo il Ponte  romano (Pons Regalis delle fonti altomedioevali) crollato nel 1777 (De Petra-Calore 1900, pp.168-69; Patrizia Quintiliani – mappa Interpromio,n.1)

Nel 1834 come si evince dalla mappa del Tratturo, esso era “diruto” e cioè ridotto a semplice rudere.

Lungo il tratturo, passaggio obbligato della transumanza, non solo di animali ma soprattutto di uomini, lingue/dialetti, idee e culture, avveniva nel corso dei secoli anche una trasformazione urbanistica del territorio circostante.

Lungo i percorsi dei Tratturi, si edificavano le famose Chiese Rurali.

Madonna degli Angeli nel comune di Tocco da Casauria è una di quelle Chiese Rurali.

Essa è ubicata lungo l’antica via romana Tiburtina Valeria ed è posta proprio sul sito ove sorgeva l’antica Interpromium dei romani ed a pochi passi dall’attuale Basilica di San Clemente e dal Tratturo Centurelle Montesecco. La chiesa, forse è stata realizzata nel 1677 (tale data è scolpita sull’architrave in pietra di una finestra murata posta sopra la porta di ingresso) . L’edificio di culto è stato costruito inoltre con alcune specificità architettoniche. In particolare è munito di un portico ad arco (pronao) e sulla arretrata parete della facciata principale, quella d’ingresso, sono state ricavate due finestre laterali alla porta d’accesso. Le finestre hanno parapetto ad altezza normale, come se dovessero dare luce ed aria ad una stanza di abitazione.

Queste aperture ad “altezza uomo”,erano poste in quel modo per consentire ai pastori della Transumanza, che dovevano rimanere fuori dal luogo sacro, in quanto avevano al loro seguito il gregge di pecore i cani ecc., di seguire la funzione religiosa guardando ed ascoltando dalle dette aperture finestrate.

Chiesa di Madonna degli Angeli – Tocco da Casauria (PE) – foto Franco Marulli

Vi sono altre chiese rurali nel territorio Casauriense

Nel territorio di Bolognano troviamo la Chiesa rurale detta della Madonna delle Grazie, Ubicata sul lato destro della strada Provinciale Bolognano-Musellaro-Salle, circa 200 metri prima di arrivare all’abitato vero e proprio. Sulla facciata principale prospiciente la strada Provinciale ( vedi foto ), si possono notare la porta d’ingresso e le due finestrelle laterali. Sopra è possibile leggere la seguente iscrizione  : GAVDE  LETARE  VIRGO  MARIA  ALL’ A.D.  14 ………(illeggibile) – Sembra che l’anno sia il 1492 (scoperta delle americhe da parte di Colombo – ERA VERAMENTE IL 1492 ? -)

Nel territorio di Torre de Passeri a ridosso del torrente Fossato, all’ingresso del paese scendendo da Pietranico, troviamo la chiesa rurale della Madonna dell’Arco, con le stesse caratteristiche delle chiese già descritte: porta centrale e due finestre laterali che guardano all’interno.

ENTRIAMO NELLA CHIESA di MADONNA DEGLI ANGELI

è curioso notare sul pavimento in pietre a vista esterno d’ingesso della chiesa, posizionato al di sotto del porticato o pronao,  alcune pietre con iscrizioni romane collocate alla rinfusa. Sono esattamente sei piccole pietre con  iscrizioni, recuperate nei dintorni, facenti parte della pavimentazione che attestano la presenza romana in quella zona. L’antica  Interpromium.

una delle iscrizioni su pietra – foto Franco Marulli

Che la chiesa sorga su di un sito romano lo confermano anche i resti della base della muraglia posta lungo la stradina comunale che la costeggia (foto sopra) e i numerosi straordinari ritrovamenti .

Abbiamo già detto che la chiesa, da una iscrizione sulla pietra dell’architrave della finestrella interna al “pronao”, potrebbe essere stata realizzata nel 1677. Questa data da alcuni viene letta invece come 1611, i dubbi:

  1. il primo numero (1) sembra una “i” maiuscola e non un numero;
  2. il numero sei (6) è scritto inclinato, sembrerebbe un simbolo;
  3. le ultime due cifre di molto staccate dalle altre, sembrano essere non due uno (11), ma due sette (77), per cui dovrebbe la data leggersi 1677

Comunque è certa la sua edificazione nel XVII secolo

finestrella con la scritta su architrave – foto Franco Marulli

Un attimo prima di entrare nella chiesa vera e propria, notiamo nello stipite destro, di chi entra, della porta d’ingresso, incavata nella pietra, la Croce posta su di un monticello, segno che la Chiesa è stata consacrata

stipite destro porta d’ingresso – foto Franco Marulli

Entriamo poi all’interno della chiesa dove troviamo un ambiente raccolto costituito da un unico ambiente con volte a vela.

Se ci giriamo verso l’entrata e guardiamo la parete vediamo tre piccole statue di santi, posizionate durante il recente restauro.

PIANTA della Chiesa con ubicazione posizione Arcangeli – dis. Franco Marulli
posizione delle statuette degli Arcangeli all’interno della Chiesa

L’arcangelo Michele, che guarda verso l’interno della chiesa, comandante delle milizie celesti è posizionato al di sopra dell’acquasantiera; l’arcangelo Raffaele considerato protettore dei viaggiatori , dei giovani e dell’amore coniugale, dei fidanzati, dei profughi e dei farmacisti è posizionato sulla finestrella posta sopra la porta d’ingresso e guarda verso l’esterno quasi a voler accompagnare il passo dei viaggiatori; l’arcangelo Gabriele, che guarda dentro la chiesa, protettore dell’infanzia è anche il messaggero, colui che annuncia a Maria che concepirà un figlio che chiamerà Gesù.

Sulla finestra di sinistra osserviamo l’acquasantiera di cui diremo più avanti.

Poi volgiamo lo sguardo sulla parete opposta a quella di entrata, dove trova posto un altare con soprastante un affresco dipinto direttamente sull’intonaco del muro.

 AFFRESCO

L’affresco è stato restaurato recentemente. Al suo interno vi sono dei personaggi. Vediamo quali:

In mezzo la figura della Madonna con in grembo il Bambino Gesù che riceve da San Giovanni Battista la Croce Santa. Sopra la figura della Madonna, due Angeli portano e sorreggono la Corona.

La siglia A.R.A. in alto, ha il significato di Ave Regina Angelorum

Durante il restauro dell’affresco, sono venuti fuori dei particolari curiosi. Sembra che al di sotto dell’attuale ve ne fosse un altro di più antica fattura. Lo si rileva dal fatto che, guardando meglio alla base l’attuale affresco si nota al di sotto, dove questo è lesionato e mancante, un altro strato di intonaco con pittura (sicuramente una ricerca da approfondire).

PARTICOLARE distacco dell’affresco

Due curiosità sull’affresco esistente, sono saltate fuori durante il restauro: 1- una scritta a sinistra da decifrare ed abbastanza datata, forse incisa sulla superficie da un viandante oppure da un vandalo durante la seconda guerra mondiale che ha visto bivaccare nella chiesa anche soldati tedeschi; 2 – una immagine “misteriosa” sul lato destro che appare tra gli alberi ritratti nell’affresco, mai completata !

ALTARE

Si trova nel luogo più importante di una chiesa. Ha forma di mensa e, spesso, è interamente in pietra o in marmo. Su di esso si celebra la Messa o la Divina Eucarestia (secondo la denominazione bizantina). Anticamente sia l’altare bizantino che quello occidentale erano cubici. Successivamente, l’altare occidentale ha assunto una forma allungata com’è conosciuto oggi. L’altare è in pietra perché simboleggia la “pietra”, ossia Gesù Cristo e come tale viene incensato ed onorato. Come l’altare, il luogo in cui esso è posto – il santuario o presbiterio (luogo dei presbiteri o sacerdoti) – ha sempre avuto un’attenzione particolare. E’ il luogo più bello e curato della chiesa, nel quale sovente ci sono gli arredi preziosi. Lo splendore dell’altare vuole mostrare simbolicamente lo splendore celeste e, allo stesso tempo, l’intangibilità di esso alle persone comuni. 

Sotto l’affresco è l’altare di pietra. Anche l’altare presenta dei particolari interessanti. Sulla sua superficie infatti notiamo la “Pietra Sacra”. Praticamente una pietra di forma rettangolare delle dimensioni di circa cm.20 x cm.25 incastonata sulla superficie della pietra vera e propria che è la base dell’altare.

ecco la PIETRA SACRA – che sia incastonata lo si evince chiaramente dal fatto che analizzandola da vicino, si nota come essa è distaccata dalla pietra principale dell’altare, semplicemente da un pezzo di stoffa. La stoffa, che funge da separazione si ben evidenzia nella foto che segue:

Infine guardando la Sacra Pietra, si nota al centro della stessa una specie di “SACRO SIGILLO” anch’esso in pietra e di forma rettangolare delle dimensioni di circa cm.5 x cm.4.

Probabilmente pochi sanno che sotto un altare tradizionale spesso vengono inglobate delle reliquie nel corso della consacrazione dell’altare stesso.

Le reliquie

E’ un termine latino che letteralmente significa “i resti” mortali dei santi. Un termine con identico significato esiste pure in Oriente, τα λύψανα (ta lypsana). Ai resti mortali dei santi si tributò da subito venerazione, dal momento che essi, avendo testimoniato Cristo, erano divenuti una sola cosa con Lui e, quindi, erano santi ad immagine del “solo Santo”. Come per l’altare, le reliquie dei santi sono oggetto di grande attenzione e rispetto, almeno in chi si muove nell’ottica tradizionale. Non sono dei semplici resti mortali ma dei veicoli di una presenza ultraterrena, che ci lega direttamente al mondo celeste.
Le reliquie nell’altare Dal momento che l’altare simboleggia Cristo e il martire ha vissuto Cristo fino a divenire uno con Lui, è stato spontaneo inglobare qualche reliquia di martiri (la martyrìa significa “testimonianza”) sotto la pietra dell’altare su cui ordinariamente si celebra l’Eucarestìa, ossia la Messa.

Esistendo la Pietra Sacra , sicuramente al di sotto del suo “SIGILLO” troveremmo la risposta all’interrogativo che ci si è posti all’inizio. Infatti era uso riporre le reliquie del Santo (la reliquia poteva essere un pezzettino di osso, un dente, alcuni capelli oppure un pezzo di stoffa di un indumento ecc.)  e trascrivere su di un pezzetto di stoffa o carta pecora il suo nome!

Questo significa che il “mistero” della presenza o meno di San Comizio nella chiesa d Madonna degli Angeli potrebbe essere svelato semplicemente aprendo il Sigillo Sacro! Abbiamo usato il termine ‘potrebbe’ in quanto non è possibile “aprire o togliere il tappo”. Sarebbe un scrilegio e la chiesa perderebbe la sua consacrazione!.

Ed ecco che entra in gioco “la fede”. Credere senza se e senza ma.

ACQUASANTIERA

Nella chiesetta in corrispondenza della finestra di sinistra (destra per chi guarda la facciata principale dall’esterno), c’è un interessante reperto Storico-Archeologico che funge da Acquasantiera posta a mo’ di ‘Davanzale

Esso è stato valorizzato come acquasantiera, ed è possibile con esso crocesegnarsi dall’esterno, quando la chiesa è chiusa. Questa PIETRA è una testimonianza che evidenza e certifica il segno memorabile di qualcosa di più profondo: gli inizi e l’arrivo del primo annuncio del Vangelo (268-9 d.C. sotto l’imperatore Claudio) e la conversione del mondo Pagano della nostra terra. TRATTASI DI UN REPERTO IMPORTANTISSIMO ANTECEDENTE ALLA BASILICA DI SAN CLEMENTE DI ALMENO 500 ANNI . e’ LA PRIMA TESTIMONIANZA DELLA PRESENZA CRISTIANA NELLA Nostra zona.  Così fino a poco tempo fa, i Pastori che portavano le loro greggi al Tratturo, continuavano a segnare se stessi e il proprio gregge in ricordo di questo luogo e del percorso sacrale che lo investiva. Sicuramente la pietra dovrebbe essere lì da quando nel 1677 fu restaurata o fondata la chiesa (la data, come abbiamo visto, la leggiamo sulla pietra architrave della finestrella centrale del muro della facciata d’ingresso, sotto al pronao).

L’acquasantiera è una pietra in piano delle dimensioni di circa cm.75 x cm.50 e di spessore di circa 20 cm.

L’acquasantiera presenta sulla sua superficie delle incisioni quali:

Tre grandi coppelle attraversate da una canaletta , un albero della vita, una vasca  per l’acqua santa, un cristogramma (IHS) all’interno della vasca, una coppella rettangolare e una cavità trapezioidale sotto la vasca destinata, forse, alla borsa per la raccolta delle offerte.

Si nota poi, quel che resta di una scacchiera (detta filetto e triplice cerchia), cancellata per tre quarti dallo scavo della vasca.

Si nota poi, anche la presenza di una orma di piede destro, incisa in basso a destra (molti pensano ritragga un pesce stilizzato).

(i cerchi bianchi indicano la posizione dei buchi artificiali) Se esaminiamo bene la pietra, ci rendiamo conto che le tre coppelle grandi sembrano le più antiche, alle quali la mano dell’uomo aggiunse la canaletta per il recupero del liquido che si riteneva terapeutico, essendo stata a contatto con la roccia creduta dotata di proprietà benefiche. Non è da escludere che sulla pietra anticamente si svolgessero atti sacrificali ed il liquido raccolta poteva essere asperso in segno di benedizione.

Alla sinistra delle coppelle c’è l’albero della vita , le cui foglie, si credeva, avessero le stesse proprietà dell’acqua delle coppelle, rafforzando la prima idea della sacralità della pietra che si voleva dare in tempi, forse, precristiani.

L’idea di questa sacralità fu custodita e ulteriormente valorizzata dal mondo agro-pastorale, della cui esistenza ne è prova il Tratturo che passava sul vicino ponte marmoreo caduto nel 1777 e che collegava le due sponde del Pescara.

L’incisione dell’orma del piede umano (per alcuni sembrerebbe un pesce stilizzato che si ritrova frequentemente con i primi segni cristiani del   III° secolo d.C.) , sembrerebbe rappresentare la sosta, il pellegrinaggio di qualcuno o la presenza di qualche divinità.

il pesce stilizzato – foto Franco Marulli

La tradizione popolare spesso identifica questi segni con impronte lasciate da un santo e dalla Madonna. Nel nostro caso, la pietra che stiamo esaminando potrebbe aver determinato la presenza di San Comizio primo martire della Cristianità locale e l’erezione della Chiesa.

Che la pietra fosse in quel luogo da tempo, lo fa supporre sia il suo peso che le sue dimensioni.

Naturalmente ci fu un tempo in cui essa perse il suo valore sacrale e fu usata per il gioco del filetto o della tria ai tempi dei Romani (siamo, ricordiamolo, sul sito di Interpromium e le pietre o frammenti lapidei posti sul pavimento del pronao nel 1978 dalla Soprintendenza Aquilana ma raccolte in loco, ne attestano l’antichità romana). Naturalmente questo successe prima che su di essa venne costruita la chiesa.

La scacchiera è stata in parte cancellata dallo scavo successivo della cavità svasata per l’acqua santa, il cui  diametro è di circa 33 cm.

(cerchio ROSSO = IHS cristogramma – cerchio GIALLO = il gioco del filetto o della tria , quasi del tutto cancellato dallo scavo della pozza per l’acqua santa)

IL gioco del “filetto”, che era d’azzardo e perciò condannato e vietato fin dai tempi di San Bernardino da Siena, fu cancellato dalla lastra (anche se ne rimane una piccola traccia).

In una visita pastorale del 24 maggio 1842 che abbiamo rintracciato nell’Archivio diocesano della curia di Chieti, si rileva che il reperto non fu citato da Monsignor Giosuè Maria Saggese durante la sua visita, benchè ordinasse “di mettere le grate alle finestre”.

La nuova ed ulteriore sacralizzazione della lastra, una volta utilizzata come acquasantiera, avvenne crediamo nel Medio Evo. A quest’epoca possono infatti risalire alcune microcoppelle che si confondono tra le tante naturali della pietra. Queste microcoppelle artificiali, sarebbero state prodotte da soldati in partenza per la guerra  o per le crociate i quali avrebbero consacrato la loro arma, spada o pugnale, premendola  contro la superficie  della pietra con movimenti rotatori, scalfendola. (una specie di benedizione dell’arma).

C’è poi il cristogramma IHS (con la croce sulla lettera H) di cui si ha il dubbio della originalità o autenticità. Potrebbe essere stato inciso in epoca successiva al terzo secolo d.C. (sono in corso approfondimenti)

Traendo una conclusione, la lastra di pietra in origine doveva essere stata usata come coperchio di una tomba di un Santo cristiano (il protomartire cristiano del territorio, San Comizio) la cui presenza è attestata dal simbolo dell’orma di piede e da quello dell’albero della vita.

La lastra , stando all’aperto e in ambiente agro-pastorale, perduta la sua sacralità, fu utilizzata per incidervi lo schema della scacchiera “filetto” o della “triplice cerchia” con due vaschette rettangolari per depositarvi le pedine di ciascun giocatore.

(le vaschette che accoglievano le pedine dei giocatori)

Quando sul dove si trovava, si realizzo’ la chiesa, oggi dedicata alla Madonna deglI Angeli, e la pietra entrò a far parte della suppellettile religiosa che la utilizzò come acquasantiera e come piano reggente la borsa delle offerte. Essendo pesante ed ingombrante, fu utilizzata in ultimo anche come davanzale della finestra.

Possiamo infine certamente affermare che questa  pietra dalla doppia sacralità pagana e cristiana è un tesoro storico e culturale  immenso da preservare . Uno dei reperti storici , riguardante la Cristianità, più importanti dell’intera area Casauriense.

Relazione a cura di Franco Marco Tullio Marulli,
segretario dell’Archeoclub “Vado del Ceraso”

Un ringraziamento sincero va al parroco della Parrocchia di sant’Eustachio di Tocco da Casauria (proprietaria del monumento), Don Michele Persichitti; allo studioso professor Candido Greco; ai numerosi Amici di Tocco da Casauria tra cui il Gruppo Alpini, al Comune di Tocco da Casauria, all’Associazione Casauriamo di Torre de Passeri, che hanno contribuito insieme all’Archeoclub “Vado del Ceraso” al restauro di questo luogo sacro, testimonianza indelebile della fede cristiana della Nostra zona. GRAZIE

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