SAN BARTOLOMEO D’ORTA il mistero svelato!

Il CHRONICON CASAURIENSE è una fonte inesauribile di notizie storico/geografiche che riguardano la Nostra zona, la così detta AREA CASAURIENSE. Tra le varie notizie contenute in questo prezioso documento (conservato in Francia a Parigi) vi è tra l’altro la menzione di un toponimo importante: Ecclesia SANCTI BARTHOLOMEI de ORTA .

Non vi è alcun dubbio che da quel “de Orta” si intuisce chiaramente che trattasi di un insediamento ubicato lungo la Valle dell’Orta. Ma dove? . La sua ubicazione è sempre rimasta un mistero per gli studiosi.

L’Archeoclub Vado del Ceraso ha, per prima cosa, recuperato i documenti cartacei che nominano questo luogo misterioso ed ha cercato il toponimo all’interno del Chronicon Casauriense e precisamente da:

Fonte : ISTITUTO STORICO ITALIANO PER IL MEDIO EVO – FONTI PER LA STORIA DELL’ITALIA MEDIEVALE – RERUM ITALICARUM SCRIPTORES

  • IOHANNIS BERARDI – LIBER INSTRUMETORUM SEU CHRONICON MONASTERII CASAURIENSIS seu CHRONICON CASAURIENSE

Edizione critica a cura di ALESSANDRO PRATESI e PAOLO CHERUBINI Edizione anno 2017

all’interno del documento soprariportato si trovano queste citazioni:

Volume I – LIBER QUARTUS  pagina 1129  (f.243v) –   HENRICUS (V) IMPERATOR

Transactis autem annis ab incarnazione domini nosri Iesu Christi, MCXIII, et, MCXIIII., in MCXV, prephatus autem Giso, sciens se pro benefactis suis a Deo bonam remunerationem habiturum, ad augmentum ecclesie et profectum  omnium fratrum dedit ecclesia Sancti Bartholomei de Orta cum omnibus pertinentiis sui set duos molendinos et duos nomine in castello quod dicitur Phara

TRADUZIONE: Ma dopo gli anni dall’incarnazione di nostro Signore Gesù Cristo, 1113 e 1114, nel 1115 Giso, sapendo che avrebbe avuto una buona ricompensa da Dio per le sue buone azioni per la crescita della chiesa e il progresso di tutti i fratelli donò la chiesa di San Bartolomeo d’Orta con tutte le sue pertinenze e fece sistemare due mulini e due uomini nel castello detto Fara

Volume I – LIBER QUARTUS  pagina 1174  (f.265v) – (f.266r)

Immo propterea multa ex supradictis possessionibus et rebus a se acquisitis beneficiali ordine locavit et ipsis Sulmonensibus sub certo tempore et annuali censu concessit, sicut in ipsis scriptis, concessionis reperiri potest et legi.
TRADUZIONE: Anzi, per tale motivo, affittò molti dei suddetti beni e cose da lui acquistate in un benefico ordine e li concesse agli stessi Sulmonesi a tempo determinato e con compenso annuale, come si può trovare negli stessi scritti del concedere.

Consecravit tamen in eodem episcopatu per manus Berardi Furconensis episcopi sancte Trinitatis ecclesiam de Pacentro, nuper ex combustione violatam ; per eundem etiam – episcopum consecravit nonnullas alias ecclesias in terra Sansonesca, videlicet ecclesiam Sancti Angeli in castello di Petraniqua, ecclesiam Sancti Antonini in Bectorrita, ecclesiam Sancti Pelini de Pantano; in terra vero Sancti Clementis Sancutum Bartholomeum de Orta et Sanctam Mariam de Vadulato… omissis

TRADUZIONE: Tuttavia, nello stesso episcopato, consacrò la chiesa della SS. Trinità a Pacentro, recentemente distrutta dal rogo, per mano di Berardo, vescovo di Furconi; dallo stesso Vescovo consacrò anche alcune altre Chiese sulla terra Sansonesca, Sant’Angelo nel castello di Pietranico, chiesa di San Antonino in Bectorrita, chiesa San Pelino de Pantano; in terra di San Clemente Santo Bartolomeo di Orta e Santa Maria de Vadulato… omissis
mappa google maps – POSIZIONE GEOGRAFICA

Dalla lettura di tale testi, si evince che si trattava di un insediamento monastico. Nella lunga ricerca intrapresa, ci siamo imbattuti in un luogo denominato, dai naturali, da immemore tempo Colle San Bartolomeo. Esso è posto lungo la valle dell’Orta nel territorio comunale di Bolognano (PE) a circa 500 metri da quel Ponte Romano sul Fiume Orta, sul quale passava il Tratturo Centurelle / Montesecco, che univa le sponde di Bolognano con quella di San Valentino in A. C.

POSIZIONE DI SAN BARTOLOMEO D’ORTA ALL’INTERNO DELL’AREA CASAURIENSE

La strada di accesso al Colle corrisponde al tracciato stradale sterrato che da Piano d’Orta porta a Madonna del Monte, trattasi del sentiero contraddistinto A4 dal Parco Nazionale della Majella che descrive in questo modo il sentiero : “Il sentiero congiunge Piano d’Orta a Madonna del Monte, entrambe frazioni di Bolognano. Queste due località sono storicamente collegate da questo sentiero che ne ha segnato alcuni tratti storici molto rilevanti, rappresentava infatti un’importante arteria di collegamento commerciale tra i villaggi a valle e quelli montani fino a Passo San Leonardo. Da Piano d’Orta, deviando subito a destra, si incontrano subito i principali biotopi della valle scavata dal fiume Orta: il saliceto, le rupi, la lecceta, la gariga ed il querceto. Nel saliceto, al quale si arriva tramite una strada campestre, ci si trova immersi in un ambiente molto particolare in cui troviamo specie alloctone di chiara derivazione antropica, come il Pino d’Aleppo ed il Cipresso, frammiste a specie tipiche della macchia mediterranea; nel periodo primaverile è possibile assistere alla fioritura di alcune orchidee spontanee. Inoltrandosi sul sentiero si arriva, in corrispondenza di una vegetazione ripariale molto fitta, ad una risorgiva di acqua sulfurea che gli anziani ricordano come un grande torrente in cui ci si recava per lavare i panni e fare il bagno. Risalendo in direzione sud, dapprima si incontrano pareti di roccia calcarea, poi il sentiero prosegue nel querceto che dopo un po’ diventa rado e inframezzato da patches di arbusteto e di gariga. Nell’area è possibile osservare, tra le altre specie, la ginestra spinosa, entità tipica della macchia mediterranea molto rara nella regione. Tra la fauna troviamo l’Airone cinerino, il Martin pescatore, il Picchio rosso maggiore, oltre che scoiattoli, ricci e importanti rapaci

Durante la ricognizione dei volontari dell’Archeoclub Vado del Ceraso sono state trovate le prove dell’esistenza di un insediamento che si può ipotizzare essere l’antico Monastero di San Bartolomeo d’Orta descritto nel Chronicon Casauriense.

Lungo il sentiero che si snoda dai ruderi del Ponte Romano in località Vado del Ceraso fino a raggiungere il Colle di San Bartolomeo, ci si imbatte in n.9 canalette in pietra poste sulla carreggiata stradale e ad una distanza simile l’una dall’altra, che tagliano la strada sterrata in senso orizzontale con leggera pendenza verso valle. Tali canali di scolo, servivano per far evacuare le acque piovane e rendere il percorso asciutto ed al riparo da ruscellamenti che potevano far tracimare e/o scavare il fondo stradale. La stessa stradina è ricavata a mezza costa e non di rado il terrapieno a monte della stessa è sorretta da muri in pietra a secco. Doveva essere una strada antica e di grande traffico da cui si poteva accedere al Tratturo spina dorsale dell’economia antica delle Nostre zone ed usata sicuramente dai pastori per la transumanza di tipo verticale (dalle zone montane gli animali venivano portati a valle verso migliori pascoli).

MURAGLIA IN PIETRE A SECCO CHE SORREGGONO IL TERRAPIENO A MONTE DEL SENTIERO

Prima di arrivare al Colle SAN BARTOLOMEO e scoprire insieme quanto è stato rinvenuto dall’Archeoclub, ecco le canalette di scolo poste lungo la stradina di accesso

CANALE UNO
CANALE DUE
CANALE TRE
CANALE QUATTRO
CANALE CINQUE – i ragazzi contano !!!
CANALE SEI – il Ns socio Marulli Franco Marco Tullio in ricognizione !
CANALE SETTE – i ragazzi non si stancano di contare !!!
CANALE OTTO – siamo sulla cima del Colle San Bartolomeo a ridosso dell’antico insediamento
CANALE NOVE – siamo arrivati alla meta – San Bartolomeo d’Orta è alla Nostra destra

Si arriva ad uno spiazzo esiguo da cui si accede, attraverso dei visibili gradini di roccia ad un piccolo pianoro su cui troviamo evidenti tracce di un manufatto e/o resti di ruderi di una antica costruzione

GRADONI DI ROCCIA DI ACCESSO AL SITO DI SAN BARTOLOMEO D’ORTA
AL DI SOPRA DEL PIANORO UNA GRANDE QUANTITA’ DI COCCI DI TEGOLE ANTICHE D’ARGILLA
ALL’IMPROVVISO ECCO UNA PIETRA SQUADRATA LAVORATA (dimensioni cm.46x60xh.20 circa) SEGNO EVIDENTE DELL’ESISTENZA IN LOCO DI UNA IMPORTANTE COSTRUZIONE il Socio Calandra Rocco (uno dei protagonisti del ritrovamento) riposa accanto alla misteriosa pietra circondato dai cocci antichi di argilla, residui di tegole della copertura di un antico manufatto
I GRADONI DI ROCCIA E LA POSIZIONE DELLA PIETRA

Durante il sopralluogo viene evidenziata l’impronta a terra di una antica costruzione, rilevandosi una muraglia oramai interrata ma di notevole dimensione ed inoltre altri manufatti lavorati di pietra

LA MURAGLIA VISIBILE A OCCHIO NUDO (la foto non la evidenzia al meglio)
PIETRA LAVORATA PRESENTE NEL SITO

Chiodo MAGICO del periodo medievale che era usato, insieme ad altri oggetti, per riti collegati alla fertilità della terra (trovato superficialmente sul terreno del sito indagato)

A questo punto Archeolub Vado del Ceraso ha sapientemente studiato il territorio limitrofo e considerato che il Colle di San Bartolomeo con i suoi resti lapidei trovati, si trova a strapiombo sul fiume Orta che trovasi ad una quota di circa 70 metri al di sotto della posizione dell’antico manufatto, ha pensato bene di perlustrare l’alveo del fiume, quello corrispondente, in verticale, alla posizione del sito, ed ecco la sorpresa

RITROVAMENTO SULL’ALVEO DEL FIUME ORTA DI UNA PIETRA ANTICA DA COSTRUZIONE SQUADRATA CHE SICURAMENTE FACEVA PARTE DELLA COSTRUZIONE SOPRASTANTE IL COLLE DI SAN BARTOLOMEO

la costruzione con il passare del tempo a causa della sua vetustà ed abbandono sicuramente è collassata (anche per i numerosi terremoti che hanno interessato la zona nel corso dei secoli) e molte pietre sono rotolate a valle. Non disperiamo di trovare altri reperti in pietra lavorata sul greto del fiume.

Un ritrovamento eccezionale dovuto ad una metodologia dedita allo studio su documenti antichi ed alla ricerca sul campo di riscontri a quanto tramandato e trascritto. Una vittoria della ricerca archeologica . Un plauso a tutti i Soci che hanno contribuito con i loro sopralluoghi, le loro discussioni e intuizioni al ritrovamento di questo importante insediamento Monastico del XII° secolo. Un sito archeologico che dovrà essere indagato per essere studiato ai massimi livelli.

E adesso riscendiamo a valle, verso i ruderi del Ponte Romano, Il Presidente Ricci Giovanni e Rocco Calandra, hanno ancora voglia di fare una sosta. Rimirare uno dei nove canali di scolo presenti lungo il sentiero…un saluto

Il Presidente Ricci con il socio Calandra in azione !

Tutte le foto ed i documenti pubblicati sono di proprietà di Franco Marco Tullio Marulli dello ARCHEOCLUB D’ITALIA VADO DEL CERASO APS – sezione di Bolognano

buona passeggiata a Colle San Bartolomeo nella Valle dell’Orta

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